mercoledì 18 settembre 2013

Quando agli ebrei italiani furono tolte le scarpe


Il 18 settembre di 75 anni fa Benito Mussolini proclamò l'emanazione delle leggi razziali durante un discorso tenuto davanti ad una plaudente folla oceanica, raccolta in Piazza Unità d'Italia a Trieste. Per l'allestimento dell'imponente palco dal quale il Duce parlò, fu spostata di lato la fontana dei quattro continenti. Solo pochi anni fa la fontana venne rimessa nella sua posizione centrale originale. E, accanto a questa fontana, oggi, a 75 anni di distanza, il sindaco Roberto Cosolini scopre una targa d'acciaio che ricorda quel tragico giorno, macchia incancellabile del regime fascista e della monarchia italiana: 
"Nel pavimento in arenaria di piazza Unità inseriremo una targa di acciaio, e non di bronzo, una lastra che vuole essere un filo della memoria con quella lastra, sempre in acciaio, del forno crematorio della Risiera di San Sabba."
Queste sono alcune parole pronunciate dal primo cittadino nel suo intervento tenuto durante la cerimonia commemorativa del 75esimo anniversario, avvenuta lunedì 16 settembre nella sala del Consiglio Comunale. Fra i vari interventi, particolarmente utile per capire la genesi e la portata di questo fatto storico, è stata la lectio magistralis tenuta da Michele Sarfatti del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano,  (il testo è integralmente disponibile qui).



Nel 2010, il triestino Walter Chendi scrisse e disegnò un toccante racconto a fumetti ambientato in quei tragici giorni: La porta di Sion. Il protagonista è Jacob, un ragazzo triestino come tanti, che il 18 settembre del 1938 in Piazza Unità d'Italia scopre però di essere diverso dagli altri. Dopo il discorso del Duce molti ebrei, fra cui Jacob, si sentono come se avessero tolto loro le scarpe. Il ragazzo si vede scalzo: la nudità dei suoi piedi sottolinea la sua diversità e il dolore che lo accompagnerà ad ogni passo. Il tradimento di una patria che non lo accetta più e l'amore verso una giovane ebrea polacca lo porterà a seguire il destino di tanti altri ebrei dell'Europa centro-orientale (ben 160 mila) che, negli anni Trenta, fuggirono dalle persecuzioni salpando dal porto di Trieste verso la terra promessa, rappresentata dalla Palestina.


Una storia personale di un ragazzo che diventa adulto nel giro di due settimane, lasciandosi alle spalle il bambino che era e la vita spensierata di garzone di macelleria. Jacob ha trovato l'amore e una nuova patria felice di accoglierlo. Non altrettanta fortuna ebbero migliaia di ebrei italiani che vennero privati prima delle scarpe, poi della dignità e infine della vita.
Tutto ebbe inizio il 18 settembre del 1938, a Trieste, in Piazza Unità d'Italia.



2 commenti:

  1. Grazie a questa tua bella recensione ho scoperto un autore che non conoscevo (e ho scoperto la bella intervista su Fucine Mute).
    Un saluto
    Orlando

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