domenica 14 settembre 2014

La scuola elementare intitolata a Sergio Bonelli


Domani mi piacerebbe svegliarmi, fare colazione ed uscire a fare una passeggiata per le vie del mio quartiere. Prenderei viale Gian Luigi Bonelli, ma la mia fantasia mi farebbe percorrere la main street polverosa di una cittadina del far west. Vedrei saloon al posto dei bar e stalle con i cavalli al posto dei garage con le automobili. Svolterei poi a sinistra in viale Hugo Pratt ma, chiudendo gli occhi, sentirei sulla pelle la fresca schiuma del mare che immaginerei di solcare con la mia barca. Arriverei poi in Piazza Andrea Pazienza, mi metterei esattamente al centro e comincerei a girare in tondo su me stesso senza più fermarmi: come in un film le immagini dei fumetti più belli si alternerebbero l'una dopo l'altra.



Non sto parlando di un luogo di fantasia ma del quartiere romano di Mezzocammino, dove le vie, le piazze, i parchi e le scuole sono dedicate ai personaggi dei fumetti ed ai suoi autori. Se i bimbi più piccoli sono accuditi nell'asilo nido Calimero, quelli appena un poco più grandi frequentano la scuola materna La Pimpa o La Stefi. A sei anni tutti alle scuole elementari Geronimo Stilton per poi approdare alle medie Lupo Alberto.



Ma lunedì 15 settembre il quartiere si arricchirà di una nuova scuola elementare, intitolata a Sergio Bonelli. Trovo quanto mai azzeccata l'idea di associare il nome dell'editore e autore milanese ad un'istituzione legata alla cultura, all'educazione e anche al divertimento. Come ha scritto Giancarlo Berardi poco dopo la morte di Sergio Bonelli, la casa editrice da lui diretta ha svolto dal dopoguerra fino ad oggi un'operazione culturale senza precedenti. I personaggi della Bonelli hanno infatti contribuito a formare la personalità di intere generazioni di ragazzi, e l'hanno fatto attraverso un mezzo, il fumetto, molto efficace perché veicolo di divertimento. Mi sembra quindi più che giusto intitolare alla memoria di Sergio Bonelli un luogo dove tanti altri ragazzi cominceranno a formare la propria personalità con la cultura e il divertimento.





sabato 13 settembre 2014

Si alza il vento di Miyazaki al cinema...per quattro giorni


Oggi, finalmente, esce nelle sale cinematografiche italiane Si alza il vento, l'ultimo lungometraggio di animazione di Hayao Miyazaki. Era stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013! il pubblico italiano ha dovuto attendere, quindi, più di un anno prima di poter assistere all'opera con la quale l'autore giapponese ha deciso di chiudere la sua esperienza con i film di animazione. E ora abbiamo ben quattro, no dico, quattro giorni durante i quali i cinema italiani proietteranno Si alza il vento. E te lo spacciano come un evento esclusivo!! E qui l'unico commento da fare è quello che Zerocalcare ha postato sul suo profilo facebook:
"aaah da paura! è un evento! e io che pensavo che era na distribuzione de merda!"
D'altronde si tratta solo dell'ultimo film di uno dei più grandi maestri del cinema internazionalmente riconosciuti, già vincitore di un premio Oscar per La città incantata e prossimo a ricevere l'Oscar alla carriera. A Parigi, dove di animazione e di fumetti capiscono più di noi (ma soprattutto non nutrono dei pregiudizi culturali verso questo mondo, anzi), gli stanno dedicando una mostra con 1300 disegni di layout per capire i segreti creativi all'origine delle opere uscite dallo Studio Ghibli.



Pertanto accorrette numerosi all'evento in esclusiva per soli quattro giorni! Ma state tranquilli: per i cinepanettoni natalizi avrete a disposizione settimane e settimane.

sabato 6 settembre 2014

Outlaw Pete: il libro illustrato di Bruce Springsteen


I fans più sfegatati di Bruce Springsteen dividono l'umanità in due grandi categorie: i fortunati che hanno partecipato ad un concerto del Boss, e coloro che non lo hanno fatto. Ho scritto "partecipato" e non "assistito" perché ogni concerto del rocker del New Jersey è un evento in cui la persona che ha comprato il biglietto si sente parte attiva dello show, e non una semplice spettatrice. Nasce infatti una sorta di magico flusso di energia che viene scambiato nei due sensi, dal palco verso il pubblico e viceversa (ne avevo già scritto qui).
Tornando alle due categorie: il 23 luglio del 2009 fu per me la data nella quale passai dall'una all'altra. L'occasione fu il concerto tenuto da Bruce Springsteen e dalla E Street Band (compreso il compianto Big Man) allo Stadio Friuli di Udine. Un'emozione enorme e una gioia incontenibile hanno trasformato una calda sera d'estate in una festa indimenticabile. Il mezzo? La musica, 26 pezzi cantati e ballati dalla band e dal pubblico.
Il quarto fu Outlaw Pete, punta di diamante dell'album Working on a Dream. Si tratta di un brano che invita prima al raccoglimento: Bruce ti sta raccontando una storia, tu lo ascolti quasi in silenzio. E poi la musica cresce, spicca il volo fino a travolgerti. La storia è quella di Pete, bambino fuorilegge, che Springsteen ha tratto da un racconto che la madre gli leggeva negli anni Cinquanta quando era ancora un ragazzino: Bravo Cowboy Bill di Kathryn e Byron Jackson.
“Outlaw Pete is essentially the story of a man trying to outlive and outrun his sins”
Questo è il senso che il Boss dà alla storia, trasformata ora in un libro speciale. Springsteen, infatti, ha chiamato il fumettista ed illustratore Frank Caruso a curarne la parte grafica. Così, il 4 novembre prossimo sarà possibile acquistare nel mercato americano,  grazie all'editore Simon & Schuster, il risultato di questo lavoro a quattro mani.
Alcuni critici hanno inserito a buon diritto i testi di Springsteen nell'alveo della grande storia del romanzo americano: le sue canzoni sono infatti delle short stories che ti catturano per la nitidezza con cui il Boss pennella i personaggi, i loro sentimenti e le loro azioni. Outlaw Pete ha riacquistato grazie a Springsteen una nuova vita, una vita più matura dopo quella vissuta negli anni Cinquanta.

martedì 2 settembre 2014

La straordinaria amicizia fra Ken Parker e Lily


Potrà sembrare strano, ma penso non ci sia una storia nella quale Ken Parker riveli tanto di sé come Lily e il cacciatore. La stranezza sta nel fatto che l'interlocutore al quale Ken espone la propria concezione della vita non è in grado di capire le sue parole perché si tratta di Lily, una cagnolina.
"...pur non essendo indispensabile, ognuno di noi ha un ruolo ben preciso in questo mondo...E fin qui niente di nuovo... Solo che molti lo collegano all'idea di Dio, io invece lo sento come un dovere verso la gente, verso l'umanità!
D'altronde, forse anche noi due siamo Dio.. Voglio dire una parte piccolissima di Dio, che unita alle altre di questo mondo e a quelle di altri mondi ancora.."
L'essenza di Ken è racchiusa in queste parole pronunciate ad un animale, che gli ha salvato la vita due volte. La sua religione laica, che si basa unicamente sul riconoscimento della dignità dell'uomo e degli altri esseri viventi e in senso lato della Natura, è espressa ad una cagnolina.
Se vuoi conoscere Ken Parker, devi leggere questa storia eccezionale, nella quale la protagonista è Lily, una cagnetta. Dopo averla libeta dal morso di una sua tagliola, Ken e Lily diventano subito amici, nasce fra loro quel feeling che unisce due esseri viventi che non possono comunicare se non con sguardi, espressioni del viso, inflessioni della voce, gesti e postura del corpo. Lily ricambia subito e con gli interessi il favore, salvando Ken prima dall'assalto di un branco di lupi, e poi, ferito e bloccato in una grotta, portandogli rami d'albero per accendere il fuoco e procacciandogli il cibo.


Fuori dalla grotta c'è solo neve e freddo e Ken delira in preda alla febbre, sogna la madre che gli racconta una fiaba, canta per sentirsi vivo e Lily improvvisa un balletto alzandosi sulle zampe posteriori. Ken sente avvicinarsi la morte e allora spiega a Lily il suo pensiero laico del significato dell'esistenza.
Giancarlo Berardi sceneggia in modo superlativo una delle storie di Ken più drammatiche e più intense. E solo i disegni di Ivo Milazzo possono rendere viva e poetica questa avventura. Diverse tavole completamente mute e, ovviamente, prive di didascalie raccontano più di mille parole. Milazzo è quasi spietato nel mostrarci come la disperazione trasformi il volto di Ken. Non credo che nelle storie future lo vedremo così sofferente, con un viso così emaciato, la barba lunga e la pelle sporca. Angosciante la sequenza di vignette nella quale gli occhi indemoniati di Ken, devastato dai morsi della fame, si incrociano con quelli innocenti di Lily. L'istinto di sopravvivenza rende Ken furioso e cieco, l'idea di sfamarsi con la carne di Lily gli attraversa la mente obnubilata. Ken prende in mano il coltello, chiama a sé la cagnetta, ma quello scambio ravvicinato di sguardi gli fa cambiare idea all'ultimo istante. Allontana con veemenza Lily fuori dalla grotta e piange disperato per la morte imminente.


Mai in nessun'altra storia Berardi ci mostra Ken attraversare così tanti stati d'animo: dalla spensieratezza iniziale del bivacco attorno al fuoco con i soldati dell'avamposto militare al quale Ken è assegnato, fino alla disperazione della solitudine nella grotta, con tutte le gradazioni intermedie. L'intelligenza e l'stinto di Lily si riveleranno ancora fondamentali per la salvezza di Ken. La scena dello scontro con l'orsa non lascia indenni. Ma non tanto per l'adrenalina che sale quando lo sguardo annebbiato di Ken riesce a dirigere l'unico colpo del suo Kentucky portandolo a segno sul volto dell'orsa ormai a pochi passi da lui. Quanto per il ringhio rabbioso di Lily che allontana dal cucciolo d'orso la mano di Ken ancora grondante del sangue caldo della mamma uccisa. L'uomo riceve una lezione dalla cagnetta, e noi restiamo lì, quasi ci vergogniamo insieme a lui per quello che ha fatto. Milazzo non ce lo risparmia, ritraendo Ken con il volto sporco di sangue e un'espressione contrita che sembra quasi chiedere perdono.
L'epilogo con il ritorno al mondo degli uomini del solo Ken, e non di Lily, rappresenta l'ultima emozione di una storia indimenticabile pubblicata originariamente dalla Cepim di Sergio Bonelli nel dicembre del 1979, ma che si può tranquillamente rileggere nella splendida edizione pubblicata poche settimane fa dalla Mondadori.  

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