domenica 3 luglio 2016

Magico Vento e la guerra delle Black Hills


La tragica fine George Armstrong Custer è stata raccontata centinaia di volte: film, libri e fumetti hanno dedicato alla battaglia del 25 giugno 1876 sul Little Big Horn un'attenzione a volte maniacale, esagerando certi aspetti e sottovalutando altri. Custer fu un eroe o un pazzo suicida? Gianfranco Manfredi ha detto la sua più di un decennio fa sulle pagine di uno dei più riusciti fumetti western mai pubblicati in Italia: Magico Vento. Il ciclo di cinque albi (dal 97 al 101) pubblicati dalla Sergio Bonelli Editore nel 2005 costituiscono uno dei vertici raggiunti dalla serie e uno dei migliori affreschi della guerra che vide contrapposti l'esercito americano e la più grande alleanza di indiani delle pianure.


Disegni di Darko Perovic
La saga fu così appassionante che la casa editrice milanese ha deciso oggi di ripubblicarla in un unico volume cartonato intitolato La guerra delle Black Hills. Oltre 500 pagine in formato 19x26 cm, corredate da un'intervista all'autore e impreziosite da una copertina inedita di Pasquale Frisenda, fanno rivivere una delle tappe fondamentali dell'ineluttabile e tragico destino cui andarono incontro i nativi americani. Maneggiare la Storia non è da tutti, ma Manfredi è maestro nell'incrociare le strade di personaggi realmente esistiti con quelli partoriti dalla sua fantasia. Magico Vento è lo sciamano bianco dei Sioux e, come tale, è sempre al fianco dei capi della sua tribù, Toro Seduto e Cavallo Pazzo, e sempre al centro dell'azione principale. Poe, il suo fraterno amico giornalista, è al seguito delle truppe americane, quindi si relaziona con Custer stesso e il generale Crook, ovvero il responsabile militare della campagna contro i Sioux e i loro alleati. In questo modo il lettore entra direttamente dentro la Storia, quella scritta dai grandi personaggi. Ma non è l'unico modo con cui Manfredi affronta quegli avvenimenti. Il conflitto è rappresentato anche attraverso le voci, le emozioni e le azioni di una miriade di personaggi di contorno, indiani e bianchi, che partecipano direttamente delle vicende e ne sono i veri protagonisti.


Disegni di Bruno Ramella e Frederic Volante
Manfredi non ci racconta solo del Little Big Horn, ma anche e soprattutto di tutto quello che c'è stato prima e che è venuto dopo. Ci mostra la vera battaglia che segnò il destino degli indiani, ovvero quella precedente sul Rosebud, che vide contrapposti i due grandi strateghi militari, Crook e Toro Seduto. Qui il capo dei Sioux dimostrò tutto il suo valore e le sue capacità e, grazie anche all'abilità e al coraggio di Cavallo Pazzo, diede una sonora lezione all'esercito americano. Dal Rosebud nacque tutto quello che venne dopo. La decisione di Custer di affrontare un nemico troppo soverchiante per il suo Settimo Cavalleggeri e il disinteresse interessato dimostrato dai vertici politici e militari che non fecero nulla per dissuaderlo. Lo sfruttamento da parte degli stessi ambienti della scontata sconfitta e morte di Custer come pretesto per stracciare il precedente trattato di Fort Laramie e poter sottrarre così le Black Hills ai Sioux. La vendetta giurata dal Congresso americano a Toro Seduto inseguito fino al confine con il Canada, dove il grande capo e molti nativi ripararono per sfuggire al rinforzato esercito americano, assettato di rivalsa.


Disegni di Goran Parlov
Ma più delle tattiche militari, Manfredi ci parla dei personaggi e delle loro emozioni, approfondendo molto la figura di Cavallo Pazzo, di Custer e di Wild Bill Hickok. Sì, c'è anche il celebre pistolero in queste pagine. L'autore racconta i suoi ultimi giorni a Deadwood, cittadina senza legge alle porte delle Black Hills, dove le truppe del generale Crook venivano ad acquistare i rifornimenti. A poche settimane di distanza da Custer, muore un'altra figura eroica del vecchio West, assassinato vigliaccamente alla schiena. Se a costoro si aggiunge poi la morte altrettanto vile di cavallo Pazzo, anch'egli colpito a tradimento nel settembre del 1877, ecco che si capisce come Manfredi abbia voluto raccontare la fine di un certo West, o, per dirla con le sue parole:
"la fine dell'epica della vecchia frontiera, la fine degli eroi solitari e delle grandi personalità"
Disegni di Stefano Biglia e Giovanni Talami
Il volume si distingue anche per la rilevanza dei disegni. Ciascuno dei cinque capitoli è stato realizzato graficamente da mani diverse, che, pur nelle loro peculiarità originali, restituiscono un quadro armoniosamente unitario delle figure dei protagonisti e degli scenari in cui si muovono. Si ha, cioè, la sensazione di leggere un'unica storia che si sviluppa lungo un continuum narrativo coerente anche dal punto di vista grafico.

Disegni di Pasquale Frisenda
I disegnatori che si sono succeduti nei cinque albi sono rispettivamente:

  1. La guerra di Toro Seduto - Darko Perovic
  2. Rosebud - Pasquale Frisenda
  3. Morto il 25 giugno - Bruno Ramella e Frederic Volante
  4. Il crepuscolo degli eroi - Goran Parlov
  5. Bandiera bianca - Giovanni Talami e Stefano Biglia


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